di Edna Gee
This text was written for the publication Isola Pepe Verde. Esperienze di un giardino condiviso a Milano. 2018
“È stato strano come le cose sono cresciute, non solo le piante, le idee …” –Rumer Godden
La citazione di cui sopra è tratta da un libro per ragazzi scritto da Rumer Godden1 nella Londra del dopoguerra, in una grigia strada asfaltata della classe operaia, una giovane ragazza cresciuta per strada trova alcuni semi e decide di piantarli tra le macerie di uno dei siti bombardati. Le sue attività presto catturano l’interesse di altri due ragazzi ed insieme rubano una parte di terra da un elegante giardino privato nelle vicinanze. Mentre le loro azioni creano danni nel vicinato, il loro giardino diventa uno spazio dove coltivare desideri e speranze.
Quando penso al giardino dei ragazzi, non posso fare a meno di pensare a Isola Art Center e Isola Pepe Verde. Il libro mostra infatti come un giardino possa diventare un luogo di resistenza alle avversità. Pone in maniera sottile la questione di chi abbia diritto al suolo, alla strada e alla cultura. Queste sono idee che Isola Art Center ha esplorato in molti dei suoi progetti. Come le piantine che i bambini e Isola Pepe Verde nutrono nel loro giardino urbano, le idee hanno bisogno di nutrimento e di un buon terreno per crescere e svilupparsi.
Isola Art Center lavora con le idee. Si tratta di una piattaforma sperimentale aperta e dinamica che combina arte contemporanea di livello internazionale, arte emergente e ricerca teorica, con i bisogni e i desideri degli abitanti del quartiere. Essa è alimentata da energia, entusiasmo e solidarietà. Piantò le sue prime radici nella fabbrica occupata conosciuta come La Stecca degli Artigiani ad Isola. Fu in quel periodo che Isola Art Center stabilì forti legami con il quartiere e le sue associazioni, e formulò concetti quali fight-specific art e dirty cube.
Faccio parte di Isola Art Center dal 2012, e inizio il racconto con un esperienza personale ma darò anche un racconto su tutta la storia che Isola Art Center condivide con Isola Pepe Verde. Non menziono tutti i progetti che sono stati realizzati. Le esperienze citate servono a illustrare il rapporto simbiotico e il processo di pensiero tra i progetti artistici e Isola Pepe Verde. Mostrano come sia cresciuta l’idea del giardino e come con essa sia cresciuta anche Isola Art Center. Tutto ciò mostra come la realizzazione del giardino contribuisca alla nostra pratica artistica e come a sua volta il nostro lavoro artistico possa contribuire al benessere del giardino.
Nelle settimane precedenti l’apertura ufficiale di Isola Pepe Verde, il 12 maggio 2013, i membri dell’associazione Isola Pepe Verde e gli artisti di Isola Art Center hanno lavorato insieme tra le macerie dei materiali edili, i rifiuti e il degrado al fine di ripulire, impiantare Ecobox e pianificare il futuro del giardino. Per la festa di apertura del giardino Isola Art Center ha organizzato una mostra con vari artisti ed alcuni studenti di NABA². Edith Poirier e io abbiamo dipinto le lettere: Apriti Pepe Verde! su un vecchio banner pubblicitario in vinile trovato nello spazio. Bert Theis, come spesso faceva, ha fotografato tutto, documentando ogni passo del processo. Camilla Topuntoli, una giovane filmmaker ha fotografato i giardinieri e documentato i loro sogni per Isola Pepe Verde.
Durante la festa di apertura, Isola Art Center ha tenuto una mostra intitolata Orizzonti Occupanti affermando: “Riprendiamoci gli orizzonti di cui i nostri immaginari sono stati privati, suscitando un diverso stato di incoscienza e il desiderio per altre forme di rapporti”. Abbiamo cercato di restituire il cielo che era stato sostituito dal cemento e dal vetro. I simboli della festa erano il Solar Sun e la nuvola a energia solare dell’artista macedone Nikola Uzunovski. Il progetto, che non sarebbe stato possibile senza uno spazio e mani a disposizione è stato realizzato nello spazio di Isola Pepe Verde durante una settimana di workshop con l’aiuto degli abitanti. In seguito, per un altro progetto, Uzunovski sarebbe poi ritornato per realizzare un altro prototipo di Airship Solare. Nell’esposizione erano presenti anche artisti internazionali riconosciuti che hanno lavorato con gli studenti di NABA e giovani artisti, una pratica iniziata già alla Stecca e che ancora continua.
Non era la prima volta che Isola Art Center collaborava con Isola Pepe Verde. Una collaborazione nata parecchi anni prima, con l’obiettivo di restituire uno spazio verde, sociale e culturale, dopo la demolizione e privatizzazione della Stecca, e del parco circostante, avvenuta nel 2007. Negli anni precedenti la prima convenzione firmata dal Comune per Isola Pepe Verde, Isola Art Center ha organizzato mostre in strada e presso le imprese locali del quartiere, operando come centro disperso. Diverse mostre e discussioni hanno riguardato le problematiche di Isola: la mancanza di parchi, il ruolo dell’architettura nello spazio, la gentrificazione e la pianificazione urbana top-down. La mostra Permanent Green (2008), in cui gli artisti hanno utilizzato le saracinesche egli spazi del quartiere, ha richiamato l’attenzione sulla mancanza di uno spazio di verde pubblico nel quartiere. Furono apparecchiati anche dei tavoli al centro di Piazza Minniti invitando le persone a partecipare a un pic-nic e ad una discussione. Questa azione di Luciana Andreoni, intitolata Con-senso, intendeva sottolineare la mancanza di spazi di aggregazione per gli abitanti del quartiere, spingendoli così ad incontrarsi e a sviluppare le loro relazioni per strada. Poco dopo, con gli studenti di NABA, in collaborazione con il Forum Isola³, Isola Art Center ha presentato il progetto espositivo itinerante “Global Island Backpack and Picnic” (2008) con una performance di gruppo in cui gli abitanti del quartiere hanno dato vita per un giorno a un giardino temporaneo con un altro picnic in Piazza Minniti.
Nel 2010 quando viene individuata l’area che oggi è Isola Pepe Verde, l’ufficio Out⁴ disegna una prima proposta per il parco che viene presentata insieme a un volantino che contiene l’appello presentato nei mesi seguenti. L’evento “Una situazione costruita per il nuovo parco di Isola” si è tenuto sul Cavalcavia Bussa nel dicembre 2010, durante la prima campagna per la raccolta di firme per Isola Pepe Verde. Qui è stato presentato un piano e si è invitato il pubblico a partecipare all’organizzazione e alla pianificazione dello spazio. Con le osservazioni dei tecnici e abitanti raccolte Out elabora un progetto di giardino immediatamente realizzabile prendendo in prestito l’idea della sistema Ecobox da Atelier d’architecture autogérée a Parigi. Nell’aprile 2011, durante il Salone del Mobile, Isola Art Center ha organizzato l’azione Green makes a point, out of the pot… con il collettivo artistico Fuori del Vaso, il quale hanno segnato lo spazio desiderato con un punto verde della mappa di Google. Il punto è entrato così a far parte del logo di Isola Pepe Verde. Così crescono le idee, i sogni e le piante.
Isola Art Center ha partecipato a numerosi eventi di Isola Pepe Verde finalizzati alla creazione di consapevolezza e sostegno. Ha avviato azioni per attirare l’attenzione e coinvolgere il pubblico nella pianificazione del giardino. Nel periodo che ha preceduto l’apertura del giardino sono stati organizzati diversi eventi, discussioni e azioni al fine di contribuire alla lotta per lo spazio verde autogestito e discutere il ruolo dell’arte e dei cittadini nel plasmare la loro città e l’ambiente circostante. La mostra Green Desire, per esempio, ha organizzato un laboratorio per costruire gli Ecobox nel parcheggio, e ha dato vita ad una performance dove le bombe di semi, fatte appositamente per Isola Pepe Verde dal collettivo Londinese Public Works, sono stati lanciati nello spazio dove oggi sorge il giardino.
Oggi nel giardino si trovano diverse opere d’arte permanenti. Entrando si può subito ammirare il cancello progettato dall’artista taiwanese Wei-Ning Yang, intagliato da un artigiano locale e dipinto dal team di Isola Art Center. Appesa alla parete posteriore del giardino si trova una gigantesca foto di gruppo della fotografa Paola di Bello. La foto ritrae i residenti del quartiere e gli artisti di Isola Art Center durante la celebrazione del primo anniversario di Isola Pepe Verde del maggio 2014. L’immagine era stata stampata in grande formato nello stesso anno dal MAXXI a Roma per una mostra dedicata alle pratiche culturali indipendenti, intitolata The Independent. Isola Art Center per l’occasione aveva presentato la sua attività e collaborazione con Isola Pepe Verde. Sulla parete esterna dell’ufficio, c’è il dipinto collettivo a tema floreale dedicato a Gezi Park realizzato nel 2013, e all’interno dell’ufficio una panchina bianca firmata da Bert Theis. La panca, pensata originariamente per i giardini della Stecca, ora viene utilizzata come seduta durante le riunioni dell’associazione Isola Pepe Verde. Nell’area dei bambini si trova una piccola casetta ispirata a Buster Keaton, realizzato da Isola Art Center e dai genitori. All’interno del giardino si sono tenute cinque mostre che hanno coinvolto diversi artisti e studenti, sia internazionali che locali, concerti musicali, presentazioni di libri. I lavori e i concetti di Isola Pepe Verde sono stati presentati anche presso musei e istituzioni a Torino, Roma, Vienna, Varsavia, Riga, Lubiana e Pechino.
La collaborazione con Isola Pepe Verde non ci ha dato solo la possibilità di avere uno spazio in cui poter realizzare dei progetti, ma ci ha permesso anche di praticare attivamente e discutere le nostre idee con le persone che visitano e si prendono cura del giardino. Tale collaborazione ci permette infatti di realizzare progetti che fanno uso della collaborazione spontanea di bambini e adulti, come ad esempio il recente progetto di Ruggero Asnago Dal Cielo Alle Strade, una sfilata per le strade del quartiere di giganteschi burattini dalle sembianze di variopinte specie di uccelli. In diversi casi, è proprio la nostra collaborazione con Pepe Verde che ci aiuta a stabilire e sviluppare le nostre pratiche. Qui abbiamo uno spazio fisico e sociale in cui possiamo sperimentare modelli espositivi e progettare idee senza i soliti vincoli istituzionali o le necessità del profitto. In cambio, ci mettiamo al servizio come narratori, testimoni della creazione di queste nuove utopie, promuoviamo Isola Pepe Verde nei musei e diffondiamo queste idee nella sfera culturale. L’arte e i giardini necessitano di terreno fertile, nutrimento e mani disponibili per crescere e prosperare.
- Rumer Godden. An episode of Sparrows. 1955. New York Review of Book. p149-150.
- Nuova Accademia di Belle Arti, Milano. Bert Theis ha insegnato per il corso di arti visive e ha coinvolto annualmente i suoi studenti in un progetto con Isola Art Center.
- Forum Isola è costituito da diverse associazioni e gruppi del quartiere, molti dei quali avrebbero dato forma all’Associazione Isola Pepe Verde.
- Out (Office of Urban Transformation) nasce nella Stecca nel 2002 da un’iniziativa del artista e abitante dell’Isola Bert Theis. L’ufficio si occupa dello studio di situazioni urbane e sociali, di raccogliere le esigenze e i sogni degli abitanti e di dare realizzazione pratica ai desideri degli abitanti.